Manifesto per il futuro delle nuove generazioni
Questo Manifesto intende indicare a una classe politica nuova e forte, con una visione che trascenda gli interessi particolari, le priorità su cui intervenire. Una volta ottenuti risultati sulle priorità condivise, si potrà tornare a discutere di questioni specifiche. Prima vengono i problemi più urgenti che investono tutti allo stesso modo. Gli obiettivi che presentiamo in questo Manifesto riguardano il nostro presente ma ancora di più il futuro dei nostri figli, la società che intendiamo costruire per loro, il sistema di valori su cui poggia tale società. Abbiamo a lungo garantito il nostro benessere facendolo pagare alle generazioni future, che ora giustamente si rifiutano di continuare a farlo. Vogliamo un patto fra generazioni che metta gli interessi di chi verrà domani prima dei nostri. Le nostre scelte di oggi sono determinanti per il futuro delle prossime generazioni.
Molti leader mondiali non sono all'altezza delle sfide politiche attuali. Il loro operato è ostinatamente rivolto a tutelare gli interessi particolari di una minoranza, i privilegi di pochi, mentre l'azione politica deve essere svolta come servizio per il bene di tutti. Il dogma dell'attuale agire politico è il “TINA”: there is no alternative. Si intende che tutta la negatività dell'attuale sistema socio-politico-economico, che colpisce in modo sempre più duro l'ambiente e gli individui generando frustrazione, disperazione e alienazione, è inevitabile. Invece si può e si deve evitare. Non accettiamo il “TINA”. Non tolleriamo scelte sbagliate, ingiuste e dannose; non permettiamo che vengano portate avanti politiche con conseguenze nefaste immediate e di lungo termine per arrendevolezza verso i gruppi di potere: qualunque sia la grandezza e la potenza di tali gruppi. Singoli individui eccezionali hanno dato prova di saper cambiare il mondo da soli, lo stanno cambiando, lo cambieranno ancora. Tutti insieme lo cambieremo più velocemente.
Siamo consapevoli che qualunque tentativo di cambiamento incontra enormi resistenze, e che il sistema è così complesso che le ripercussioni di ogni minima azione politica sono innumerevoli. Ma c'è una costante: l'ipotesi del cambiamento si infrange sempre contro la stessa barriera, gli interessi di una minoranza di individui che impediscono l'attuazione di politiche vantaggiose per la comunità. La leadership mondiale favorisce e protegge l'interesse delle élite economico-finanziarie sulla base di un'ideologia implicita, quella dello “sgocciolamento”: se pochi ricchi stanno meglio, qualcosa “sgocciolerà” in basso verso i meno abbienti; quindi occorre curare l'interesse dei privilegiati. Questa ideologia perversa ha privato la maggioranza oppressa della titolarità della politica e, malgrado siamo al corrente di queste politiche illegittime, finora non siamo stati in grado di impedirlo, abbiamo assistito impotenti a una politica orientata a favore dei privilegiati e contro gli interessi della collettività in nome dell'idolatria del denaro.
Abbiamo individuato tre obiettivi irrinunciabili sui quali, in modo rigorosamente pacifico e non violento, reclamiamo l'impegno totale delle forze politiche e sociali:
Ambiente
Diritti
Solidarietà
Questi tre punti sono strettamente collegati. Lo hanno capito tutte le menti più lucide, l'ha scritto Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’
Punto primo, l'Ambiente.
Il pianeta sta morendo per l'inquinamento prodotto dai paesi più industrializzati. Anche l'Africa, che ne produce pochissimo, sta soffrendo per l'inquinamento prodotto dai paesi più avanzati dal punto di vista industriale. Stiamo facendo scontare ai paesi più deboli le conseguenze del nostro stile di vita. Il Manifesto chiede che la politica energetica sia orientata al più drastico disincentivo dei combustibili fossili - qualunque siano gli interessi particolari implicati. Che si promuovano nel modo più deciso le fonti energetiche pulite a costi accessibili a tutti. Che si fissi un decalogo per i cittadini, tenuti a essere consapevoli che le loro scelte quotidiane hanno un'incidenza nella lotta al surriscaldamento: in particolare, che i cittadini si impegnino a non sprecare acqua e a contenere il consumo dell'energia. Che si persegua una decisa riduzione dei viaggi aerei non strettamente necessari - qualunque siano gli interessi implicati; che si contrastino gli allevamenti intensivi di bestiame, altamente inquinanti; che vengano istituiti aiuti pubblici per installare pannelli fotovoltaici su tutte le abitazioni e che si dedichi attenzione a modalità dell'abitare in armonia con l'ambiente circostante; che si promuova lo smart working per limitare gli spostamenti; che si valuti l'impatto delle radiazioni elettromagnetiche sugli organismi prima di procedere a un aumento indiscriminato della copertura wireless del pianeta (5G). Che si acceleri sulla conversione all'energia pulita: non c'è più tempo. A quest'ultimo punto è collegata la promozione della ricerca: chiediamo di destinare ampie risorse per identificare i più efficaci metodi per la riduzione dell'anidride carbonica nell'atmosfera. Concordiamo con Greta Thunberg: l'Ambiente è l'emergenza più grande e deve stare al primo posto nel programma di un movimento politico che faccia gli interessi di tutti.
Punto secondo, i Diritti.
L'economia si è globalizzata da tempo, ma le forme di tutela delle persone e dei lavoratori non si sono evolute in maniera adeguata: sempre più persone sono sfruttate da trust internazionali, verso cui i sindacati si sono dimostrati impotenti o arrendevoli. I lavoratori sono lasciati in balia di un capitale onnipotente, privo di un contropotere adeguato, a volte sono poveri anche percependo un salario. La responsabilità storica dei partiti europei tradizionalmente attenti al lavoro è di essersi allineati sugli interessi dei grandi trust finanziari ed economici e di aver lasciato i lavoratori soli, a mani nude contro il capitale. Abbiamo assistito alla promozione del denaro quale ragione essenziale dell'agire pubblico, valore supremo, criterio universale di valutazione politica e personale. Invece, prima di tutto vengono la tutela dei diritti dei lavoratori e la garanzia del loro benessere sociale. Chiediamo di rimettere al centro dell'agenda politica il riconoscimento e la tutela del lavoratore in quanto persona. Le persone sono titolari di diritti inalienabili che nessun datore di lavoro può negare. Chiediamo un contrasto vero al precariato e al lavoro nero, il salario orario minimo, il rispetto del limite di ore lavorative giornaliere e settimanali, e che le ferie non possano essere negate. Chiediamo adeguate tutele per la malattia, la chiusura settimanale dei negozi, dei supermercati e dei centri commerciali, il part-time a scelta e congedi per le neo-mamme e neo-papà in maniera paritaria, pari opportunità e pari retribuzione per le lavoratrici, asili pubblici gratuiti per sostenere la natalità, flessibilità oraria nel lavoro, smart working.
Punto terzo, Solidarietà.
L'elevazione del denaro a misura di tutto mette gli individui gli uni contro gli altri, facendo perdere il senso di comunità e scatenando egoismi individuali o di gruppo. Invece, tutti facciamo parte di un'unica grande comunità. Non accettiamo che tanti ne vengano esclusi, non accettiamo che il nostro benessere venga mantenuto a danno della salute di altri, magari lontani da noi. Percepiamo come un valore la condivisione del nostro benessere e l'inclusione di tutti nel vivo delle dinamiche partecipative. La Scuola, in particolare, deve garantire il principio di uguaglianza e l'accesso di tutti gli studenti ai servizi in modo paritario. Ci ispiriamo al modello dell'impresa sociale e all'articolo 2 della Costituzione: tutti sono titolari di diritti e doveri verso la collettività, tutti devono poter contribuire alla vita pubblica secondo un principio di solidarietà politica, economica e sociale. Le differenze fra gli individui sono la ricchezza della società, ma se da vicino paiono enormi, tali differenze sono invece irrilevanti quando vengano considerate dalla prospettiva della politica mondiale: tutti siamo toccati dagli stessi problemi, tutti dobbiamo fare del nostro meglio per risolverli, tutti possiamo dare il nostro contributo. Il volontariato e gli enti che operano per l'inclusione, a qualunque livello, vanno tutelati e promossi: il volontariato è l'avamposto di una società che non è disposta a escludere nessuno, che sente i legami interpersonali e le relazioni tra gruppi sociali come l'essenza della vita pubblica, che riconosce la dignità e dà valore a ogni singolo individuo. Ci impegniamo a regolare i nostri comportamenti secondo un sistema di valori che metta l'uguaglianza, la libertà e la fraternità al centro dell'operare individuale e sociale, e li promuova quale criterio di ispirazione per la politica. Ci impegniamo, con i nostri comportamenti, a dimostrare che non è il denaro la misura di tutto ma il rispetto verso noi stessi e gli altri. Ci impegniamo ad aiutare come possiamo chi ha meno di noi e a farlo sentire parte di una comunità che non è fondata sul censo ma sulla condivisione e la solidarietà.
Enzo Carpentieri, architetto
Sergio Fucile, neurofisiologo
Andrea Giuffrè, giornalista
Riccardo Palmieri, docente e giornalista
Silvia Prislei, biologa
Riccardo Rossi, finanza d’impresa
Sara Zurletti, musicologa
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